Si è appena conclusa ‘Vanitas Mundi’, la mostra di Giovanni Raspini, brand toscano di creazioni uniche, che, dopo l’esordio dello scorso novembre a Milano presso il Palazzo Visconti, è stata inaugurata, il 16 maggio 2018, nella città eterna, all’interno dell’Art Hotel, prossimo ad entrambe le boutique di via Margutta e via del Babuino.
Coloro che hanno avuto l’occasione di apprezzare ‘Vanitas Mundi’, una danza macabra fra ironia, glamour, gotico e kitsch, si sono trovati immersi in una scenografia dalle atmosfere dark, nelle quali la vita è celebrata attraverso il memento mori, metafora artistica e naturale della morte.
Il critico Philippe Daverio sottolinea, nella prefazione del libro ‘Vanitas Mundi’, che trae il nome dalla mostra e l’arricchisce, come Giovanni Raspini riesca ancora a sorprendere, definendolo un artista gotico.
Il teschio che sorride con ironia, riletto in chiave pop e rock, in conformità al glamour neogotico contemporaneo, diventa protagonista indiscusso di anelli, orecchini, collane con topi, con farfalle, con scorpioni e serpenti, di specchi allegorici.
Esplicito il riferimento a scenari barocchi e alle nature morte fiamminghe, pur
non mancando ambientazioni che ricordano la narrativa inglese di epoca romantica con luci soffuse e drappeggi di velluto rosso, che contribuiscono ad evocare con i gioielli, gli oggetti, anche di arredo, proposti, suggestioni simboliche ed oniriche.
L’inaugurazione/evento della mostra ha visto la partecipazione di un gremito pubblico alla ricerca di bellezza, di meraviglia, di vita.
Complice l’atmosfera surreale, le luci velate che pervadono la location, il clima di spensieratezza, specifico di ogni fine giornata, mi sono lasciata incuriosire dalla conoscenza di un sorridente e comunicativo interlocutore che, con arguto linguaggio, ed eleganti movenze, mi ha saputo intrattenere sorseggiando un bicchiere di prosecco…
…molto prima della mezzanotte, però, sono scappata via… dimenticando, anche, di perdere la scarpetta…